Gli Incontri per l’Archeologia barbarica si tengono annualmente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano o presso significativi complessi archeologici e museali.
Vogliono offrire uno spazio di informazione e di confronto su temi, dati e metodi inerenti le tracce materiali lasciate dalla presenza barbarica in Italia, tra le varie componenti del popolamento e nell’ambito dei complessi processi di trasformazione che interessarono la penisola fra tarda antichità e alto medioevo.
Pongono in dialogano specialisti provenienti da differenti enti di tutela e istituti di ricerca italiani; aggiungono quadri di sintesi e presentazioni inedite di studiosi stranieri circa la ricerca d’Oltralpe.
Si avvalgono della consulenza o della curatela dei membri del comitato scientifico.
Periodicamente, i membri del gruppo di ricerca contribuiscono all’organizzazione di più ampi Convegni.
Grosseto, Museo Archeologico e d’Arte della Maremma (26-27 maggio 2023)
A cura di Gian Pietro Brogiolo, Carlo Citter, Caterina Giostra, Chiara Valdambrini
Il convegno si propone una riconsiderazione di aspetti strutturali circa la componente alloctona e il regno longobardo in Italia, con connessioni con le possibili precedenti sedi di stanziamento nelle attuali Germania e Ungheria. La trattazione di temi ampi fa seguito alla mostra “Una terra di mezzo. I Longobardi e la nascita della Toscana” (MAAM di Grosseto, luglio 2021 – gennaio 2022), che ha voluto aggiornare il quadro delle conoscenze e dei ritrovamenti relativi alla Tuscia longobarda. L’evento è coordinato con il convegno “Sulle orme dei Longobardi fra Marche e Umbria. Ascoli, Castel Trosino, Spoleto” in memoria di Lidia Paroli (Ascoli Piceno, 4-6 maggio 2023) (cfr. “Altre attività”, in questo sito).
Milano, Università Cattolica (online), 9 dicembre 2022 (slittato al 13 gennaio 2023)
A cura di Daniel Winger, Edeltraud Aspöck, Caterina Giostra
La riapertura delle tombe è stata a lungo definita con i termini di sacrilegio, incursione, furto o saccheggio, in una visione esclusivamente negativa e illecita. Oggi, si inizia a parlare di “riapertura di tombe”, “interventi secondari” o “manipolazioni”. Le molteplici caratteristiche portano a considerazioni a più livelli delle intenzioni e delle azioni storiche, positive o negative, lecite o illecite.
L’incontro internazionale mira a riflettere su questa complessità. Verranno confrontati casi di studio e interpretazioni da varie aree dell’Europa barbarica (e non solo), per definire indicatori archeologici e possibili significati storici di un fenomeno articolato, diffuso e significativo.
(foto: Graves 561 and 562, Kolbsheim (Bas-Rhin, Alsace, France) – © Antea Archéologie)
Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, 10 settembre 2021 (modalità online).
A cura di Elisa Possenti
La presenza delle popolazioni barbariche in Italia e nelle regioni contermini nel IV e V secolo è un aspetto chiave per comprendere le molteplici e complesse trasformazioni dell’Occidente ancora politicamente afferente all’Impero Romano. Dal punto di vista archeologico restano tuttavia problematiche le categorie da utilizzare per risalire alla presenza di questi nuovi popoli, arrivati dai territori al di là del limes ma già da secoli entrati in contatto con la cultura materiale tardo romana. Questa difficoltà si avverte in modo particolare nel nostro paese, dove solo recentemente è stata posta l’attenzione a questo tema.
Obiettivo dell’incontro è fare il punto sugli strumenti a disposizione della ricerca archeologica per rintracciare queste presenze, anche grazie al confronto con studiosi di paesi dove la tematica è oggetto di discussione già da alcuni decenni. Si proporranno inoltre alcuni quadri di sintesi e casi particolari relativi all’Italia.
Cairate (Varese), Auditorium – ex chiesa dei SS. Ambrogio e Martino, 21 settembre 2019
A cura di Gian Pietro Brogiolo e P. Marina De Marchi
Nel territorio dell’antica capitale dell’impero d’Occidente, lungo percorsi di connessione tra la pianura e i principali valichi alpini, numerose sono le attestazioni di centri di potere, di proprietà fiscali, di grandi monasteri e di potentes longobardi e franchi.
Sulla base di nuovi dati e interpretazioni e attraverso il confronto con altri contesti italiani la giornata propone una riflessione sulle strutture del potere altomedioevali nel territorio milanese, un’area campione emblematica per la comprensione delle dinamiche insediative e di controllo nel regno longobardo.
Seguiranno, il 22 settembre, visite guidate al complesso archeologico di Cairate (Varese), monastero di S. Maria Assunta, e a sito di Torba (Varese).
Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, 18 maggio 2018
A cura di Caterina Giostra
Le migrazioni dei popoli barbarici, la natura e la formazione di queste gentes, l’esistenza di una specifica identità culturale e l’interazione con il popolamento locale sono temi fra i più controversi e dibattuti della storia medievale europea.
Vengono presentati i risultati di analisi paleogenetiche e isotopiche condotte su necropoli attribuite ai Longobardi di Repubblica Ceca, Ungheria e Italia.
Sorprendenti sono i risultati, che permettono di supportare il percorso migratorio da regioni centro-nord europee all’Italia attribuito dai testi scritti ai Longobardi; emerge con forza l’importanza delle relazioni biologiche nella struttura sociale di queste comunità, composte da due principali gruppi genetici, ai quali corrisponde una specificità culturale; si suppone anche mobilità femminile per esogamia. Nuovi importanti dati per una rilettura di vecchi temi.
Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, 15 maggio 2017
A cura di Caterina Giostra
Il programma privilegia recenti scavi di insediamenti sia rurali che urbani e castrensi, spesso in connessione con il potere, rilevanti per estensione e rigore metodologico, nonché per approccio interdisciplinare delle ricerche.
Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2 maggio 2016
A cura di Caterina Giostra
La prima sezione, Necropoli e abitati rurali, presenta nuovi siti e riflessioni organiche su aspetti nodali della cultura più tradizionale dei Longobardi; la seconda, Castra, città, luoghi di culto, si confronta con strutture insediative ed espressioni religiose più mature ed integrate, oggetto di recenti scavi e ricerche.